Il Mandylion di Genova
Desideriamo qui dedicare una pagina alla nostra città, Genova, e alla chiesa di San Bartolomeo degli Armeni presso la quale è custodita l’icona del Santo Volto nota, appunto, come “Il Mandylion di Genova” .
Per noi iconografi genovesi, che abbiamo il privilegio di poter pregare davanti ad essa, questa preziosa reliquia (che a Genova chiamiamo affettuosamente "Santo Mandillo") non è soltanto un tesoro, ma il simbolo di una Presenza e un punto di riferimento per il nostro lavoro.
La prima icona di Cristo è il Suo volto che, secondo la credenza, Lui stesso impresse su un panno allo scopo di inviare la Sua immagine al Re di Edessa "Abgar" morente che, dopo averla ricevuta, guarì miracolosamente.
Per tutto il primo millennio dell’era cristiana il Volto del Cristo di Edessa, con l’autorevolezza derivante dalla sua “acheropitia” fu riconosciuto e venerato come il vero ritratto di Gesù, la matrice di tutta l’iconografia cristiana, ma la sua eccezionale importanza si affermò soprattutto durante l’Iconoclastia, quando, nel secolo VIII, alcuni imperatori bizantini tentarono di distruggere le Immagini Sacre con il pretesto di purificare il culto cristiano. I difensori delle Sacre Immagini, come san Giovanni Damasceno, presentarono quindi, quale principale argomento storico a sostegno delle loro convinzioni, l’esistenza del Santo Volto di Edessa, che la tradizione faceva risalire al tempo stesso di Gesù.
Fu così che il II Concilio di Nicea (VII Concilio Ecumenico ) del 787 d.C., stabilì e decretò la validità del culto delle Sacre Immagini sulla base “storica” del Santo Volto di Edessa e sulla base “dogmatica” della verità dell’Incarnazione, per cui Dio, in Gesù, si è reso ‘visibile’ e quindi ‘rappresentabile’.
Nel 944 il Santo Volto fu trasferito a Costantinopoli e per ricordare questa importante traslazione fu istituita una festa liturgica che fa parte ancora oggi del culto Bizantino.
Nel 1362 il Santo Volto fu portato via da Costantinopoli dal Capitano genovese Leonardo Montaldo, poi diventato Doge, il quale lo ebbe in dono o lo pretese, in seguito ad aiuti militari prestati all’Imperatore Giovanni V Paleologo.
Portato a Genova, nel 1384 fu donato dal Montaldo alla chiesa di San Bartolomeo degli Armeni dove, da allora, è oggetto di grande venerazione da parte dei genovesi e non solo.
Nel 1507, quando Genova venne occupata dai Francesi di Luigi XII, il Santo Volto fu rubato e portato in Francia, ma dopo alcuni mesi, con l’intervento di ambasciatori e ricchi mercanti e banchieri genovesi, la preziosissima Reliquia fu riportata a Genova.
Qui è rimasta quale baluardo spirituale della Città – soprattutto al tempo della Repubblica Genovese -, come era già stata a Edessa e a Costantinopoli, segno eloquente della storia religiosa di Genova ma, anche e più ancora, dell’intero mondo cristiano, che in questo Ritratto del Cristo Gesù conserva una traccia “sensibile” del principio fondamentale della sua Fede: la Verità e la realtà dell’Incarnazione.
La reliquia
Il Santo Volto è stato oggetto di ricerche storiche da parte di molti studiosi e, con l’aiuto di radiografie e tomografie, si sono potuti osservare e studiare le singole parti di cui è composto.
Si è constatato che l’Immagine è una tempera ‘a uovo’ e risulta leggermente ritoccata qua e là.
Sotto la tempera esiste un lino che potrebbe essere quello, descritto nella tradizione, in cui Gesù impresse la figura del suo Volto dopo che inutilmente il pittore Anania inviato dal re Abgar di Edessa tentava di ritrarre Gesù. Esiste però anche un’altra tradizione secondo la quale il pittore Anania avrebbe eseguito effettivamente il ritratto di Gesù: quello, appunto, che noi ammiriamo.
Il lino è incollato su una antichissima tavoletta di cedro, inserita a sua volta in un più ampio supporto di legno sul quale è stato applicato un preziosissimo ornato di filigrana di argento e oro, nel periodo in cui si trovava a Costantinopoli. In questo ornato sono presenti 10 formelle a sbalzo in cui è rappresentata l’origine del Santo Volto, unitamente ad alcuni episodi salienti della sua storia fino alla traslazione a Costantinopoli. Si tratta di un vero capolavoro di oreficeria bizantina che distingue essenzialmente la nostra Reliquia da tutte le altre riproduzioni del Santo Volto di Edessa.
Il supporto più piccolo, originario, conserva intorno al Volto del Cristo una serie continua di fori nei quali erano inserite piccole perle.
Altro preziosissimo elemento sono i frammenti di antiche stoffe persiane e arabe ritrovate incollate alla parte posteriore del supporto di legno, che risalgono ai secoli precedenti il Mille e che probabilmente avevano avvolto la Reliquia. Sulle medesime è stata incollata nel sec. XV un’altra preziosa stoffa, ligure, intessuta di fili d’argento e rappresentante un melograno.
Il Santo Volto è custodito in una preziosa teca d’argento dell'inizio secolo XVII, ulterioremnte arricchita da una serie di pietre preziose incastonate in una cornice di argento e oro.
Per il materiale informativo si ringraziano
i PP. Barnabiti della Chiesa di s. Bartolomeo degli Armeni in Genova
Piazza s. Bartolomeo degli Armeni (da Via Assarotti)
Ascolta l'audio della conferenza tenuta su questo argomento dal biblista don Claudio Doglio:
"Dalla contemplazione del volto all'incontro con la Persona" - Lettura storico-teologica dell'icona del "Volto Santo"di S. Bartolomeo degli Armeni.
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Riteniamo di particolare interesse la visione di questo video realizzato a cura del Museo Diocesano di Genova, che ringraziamo, in occasione della mostra “Mandylion - Intorno al Sacro Volto da Bisanzio a Genova”- 2004.